Una Riflessione E Due Domande: Dalle "Parole" All' "Azione"

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Curiosità ed esperienza mi hanno insegnato ad avere rispetto e considerazione per i “segni” che, visibili ed invisibili, come satelliti si manifestano e ruotano attorno agli eventi della vita quotidiana e che, a volte, forniscono un’ulteriore chiave d’interpretazione nella valutazione del loro peso e valore.

Vorrei partire da 2 eventi accaduti recentemente, di estrema e significativa rilevanza che, oltre a profonda sorpresa hanno fatto nascere in me una positiva riflessione. Nel primo, circa 450.000 persone hanno firmato per l’iniziativa promossa da Saviano. Nel secondo, una massa numerosissima di persone con colori, età e condizioni sociali diverse si sono ritrovate a Roma a P.zza San Giovanni in un incontro popolare apartitico nato attraverso la rete che è stato definito “No B Day”. La forte adesione che ha permesso il buon esito delle iniziative, pone l’accento sulla potenza e il ruolo che oggi lo strumento internet esprime e rappresenta.

Spinto da un entusiasmo basato sulla fiducia e la passione che hanno sempre caratterizzato, nel bene e nel male, i fatti della mia esistenza e confortato dal mio diploma di ragioniere, lascio ora spazio alla mia semplice e ”pazza idea”.

Cosa accadrebbe se i 450.000 che hanno firmato per l'iniziativa di Saviano, decidessero, versando una piccola somma su un c/c comune, di costituire un organismo teso ad un progetto editoriale?

Cosa accadrebbe se l’energia dei protagonisti del “No B Day” venisse indirizzata ad un obiettivo comune nel quale il vecchio consumatore passivo si trasformasse nel nuovo cittadino azionista?

MarGus.

Lilith: L'Archetipo Della Donna Libera

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Nell’antica mitologia ebraica la prima persona sulla Terra è Lilith, non Adamo. Perché questa versione è andata perduta?

Non c'è alcun segreto in questo, è soltanto sciovinismo maschile. Per l'uomo era difficile pensare che una donna fosse stata fatta per prima e lui fosse venuto dopo. No, andava contro il suo orgoglio.

La versione originale diceva che Lilith era stata creata per prima ed è naturale che la donna venisse per prima, perché ospita il grembo materno. Una donna doveva venire per prima: è un fatto naturale, biologico, vero. Ma per l'uomo è un'idea difficile da sopportare.

Egli cambiò la storia e creò un altro mito: Adamo era stato creato per primo. Ma c'era un problema: come faceva Eva a discendere da Adamo? Perciò fu presa una costola, perché non c'era il grembo. Ebbene tutta questa storia è priva di senso.

Con una donna sarebbe rimasto tutto semplice; con un uomo era pressoché impossibile... Fu estratta una costola ed Eva fu creata.

Secondo le varie mitologie, tutte risalenti a poche migliaia di anni fa (cioè in epoca già patriarcale), Lilith è un demone, moglie di demoni e madre di demoni (i Lilim). Perciò è stata spesso associata alle streghe, in senso negativo. Ma è la mitologia ebraica che ci consente di far luce sulla visione che abbiamo di lei.

Per gli antichi ebrei Lilith era la prima moglie di Adamo (quindi precedente ad Eva), che fu ripudiata e cacciata via perché si rifiutò di obbedire al marito. Sta qui la chiave del mistero: Lilith è l’archetipo della donna libera, non sottomessa all’uomo e al suo egoismo, non condizionata dalle sue imposizioni e dai suoi ricatti.

Naturalmente l'uomo - nelle cui mani stava allora e sta tuttora il potere - di fronte a tale ribellione non poteva fare altro che screditarla e, appunto, demonizzarla. D'altronde anche oggi le donne di questo tipo vengono demonizzate, almeno in senso metaforico. Le donne libere di tutti i tempi, da un certo punto in poi, subirono questa stessa sorte e vennero trasformate in megere  vecchie e brutte, in Meduse, Ecati e in temibili "Lune Nere".

Il mito di Lilith risale ai tempi in cui la Terra vide il passaggio, avvenuto circa 6000-8000 anni fa, da una società di tipo matrifocale (cioè incentrata sul focus della madre) ad una società patriarcale (cioè basata sul dominio maschile); ossia quando la donna perse il suo ruolo e il suo valore.

In questo nuovo ordinamento non c'era più posto neanche per le divinità femminili, e tanto meno per la Dea vera e propria, che venne rinnegata, demonizzata e infine dimenticata. Tant'è vero che il cristianesimo ha un Padre e un Figlio generato - ai primordi - senza alcuna Madre!


Lilith è associata anche alla Luna Nera. Questo perché prima di tutto rappresenta la parte rimossa (e quindi buia e nascosta) di ogni donna: quella parte intuitiva, istintiva e selvaggia, seducente e colma di energia, imprevedibile e ingovernabile dall'uomo, ma non per questo cattiva, tutt’altro. Ma all'uomo una simile creatura fa paura e, invece di integrarla in sé e nella propria cultura, stupidamente la combatte e la respinge nell'«inferno». I risultati sono sotto i nostri occhi. 

La Luna Nera simboleggia anche la parte in ombra dell'essere umano in generale, ciò che si è necessariamente insinuato in lui quando è venuto a contatto con la materia. Necessariamente perché, senza questa zona oscura, non ci sarebbe essere umano! Esisterebbero solo puri spiriti senza possibilità di esperienza.

La Luna Nera è dunque ciò che rende possibile l'esperienza e la crescita, rappresentate a volte come una “discesa agli Inferi”. È ciò che va riconosciuto, accettato, ascoltato, integrato e quindi redento. Possiamo in parte paragonarla alla pietra grezza degli alchimisti, quella strana materia che va trasformata in oro puro: la pietra in sé vale ben poco, ma senza di essa l'oro non potrebbe essere ottenuto.

Nella sua concezione originaria, dunque, Lilith era un aspetto della Dea. In quanto protettrice delle partorienti e dei neonati, rappresentava l’essenza divina della maternità, e perciò della vita e dell’inizio di ogni vita. In questo senso tutte le donne sono Lilith: perché la donna è vita, è fertilità, è passione, è trasgressione, è la bellezza di ciò che è stato creato.

Alcune moderne correnti di stregoneria, come la Wicca, conoscono tutto ciò e si rifanno per questo al nome di Lilith. Si tratta di cerchie in cui si ricerca il contatto con le energie terrestri e cosmiche, e nelle quali vige la cosiddetta Legge del Tre: tutto ciò che fai - di bene o di male - ti ritornerà indietro moltiplicato per tre. Coloro che abbracciano la Wicca cercano di vivere in un sentimento di unità e armonia con la Terra e con ogni essere vivente (altro che sacrifici di animali!...) e, soprattutto, di non ledere mai la libertà altrui. Stregoneria, in questo senso, è soprattutto il lavoro per trasformare se stessi.


La leggenda più conosciuta, di radice ebraica, su Lilith la vede come prima moglie di Adamo. Creata da Dio assieme ad Adamo, ne differisce per composizione: sabbia finissima Adamo (terra sottoposta all'azione del fuoco), melma (terra sottoposta all'azione dell'acqua) Lilith. E' narrato che i due si abbandonarono a fervente passione, ma questo idillio sensuale e sessuale ebbe termine quando Lilith si rifiutò di continuare ad unirsi stando "sotto" ad Adamo. La pretesa di Lilith di assumere una posizione sessuale dominante, scatenò l'ira del compagno a cui si sottrasse, pronunciando il sacro e segreto nome di Dio, librandosi in aria e fuggendo dall'Eden. Adamo per questa fuga protesta con Dio, reclamando il ritorno della compagna, allora Dio ordinò a tre angeli (Sanvi, Sansanvi e Semagelaf) di trovare, e ricondurre ad Adamo Lilith. Questa si era rifugiata in un luogo inospitale, presso il Mar Rosso, dove unendosi con dei demoni generava una moltitudine di figli (Limm).


Gli angeli, raggiunta la fuggiasca, le intimano di ritornare nell'Eden, ma lei si oppone all'ordine divino (che con tutta evidenza non aveva potere alcuno oltre l'Eden stesso), mostrando la condizione in cui si trovava. Poteva adesso tornare da Adamo, ora che si era congiunta con altri e aveva generato? Lilith inoltre rivela che lo stesso Dio le ha conferito potere sui neonati, gli uomini, e le giovinette; ma qualora sia pronunciato il nome degli emissari divini, i tre angeli, lei recederà. La punizione che le viene impartita per il suo rifiuto, è quella che ogni giorno 100 dei suoi Limm moriranno, lo stesso numero dei generati, condannandola a vedere morire i figli, ad essere eterna Madre senza prole.


Partito dell’amore – Moana Pozzi (Tg3 elezioni politiche 1992)

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Usando me stessa e la mia popolarità ho deciso di battermi insieme a voi per dare un piccolo contributo alla costruzione di un mondo migliore, contro l’indifferenza, il razzismo, la censura al piacere e alla sessualità, che fanno parte di noi e della nostra vita. Con l’amore si possono vincere i veri mali della nostra società che sono: il disinteresse nei confronti dell’uomo, che è diventato una pedina nelle mani del potere e contro il falso moralismo. A forza di sentire notizie su delitti e soprusi orribili, abbiamo fatto l’abitudine a far finta che “tanto non c’è niente da fare, che le cose funzionano così” … ma non è vero! Dobbiamo fare di tutto per cercare di non essere indifferenti, affinché certi fatti non succedano. All’uomo nessuno pensa più, a cominciare dai bisogni primari che poi sono anche i nostri diritti … degli ospedali che non funzionano come dovrebbero, la mancanza di lavoro, di abitazioni. Oltretutto le abitazioni che vengono costruite non tengono conto né dell’estetica, né della natura e non dimentichiamoci che l’uomo è fatto anche di sensazioni e non si può costringere a stare in posti grigi, tristi o deprimenti. E poi qualcuno pretenderebbe anche che vivessimo senza piacere, perché il piacere è male, è proibito, è scandaloso e se non la pensiamo così ci dicono che siamo amorali. Ma non è vero! Perché la sessualità è uno dei doni più belli della nostra vita ed è anche una nostra libertà. Non lasciamo che ce la portino via minacciandoci punizioni o castighi eterni. Dobbiamo cercare di vivere in libertà. Dobbiamo batterci con amore per la conservazione della natura, per il mare, per i boschi affinché vengano sì, usati per i nostri bisogni, ma non distrutti. E poi, dobbiamo lottare con tutte le nostre forze contro la criminalità organizzata, con la denuncia e la solidarietà nei confronti delle persone direttamente colpite, costrette a vivere nella paura e private del diritto dell’iniziativa personale e del lavoro. Batterci per tutto questo è nostro dovere e nostro diritto. Ma facciamolo con amore. Buonasera.

Un nuovo inizio: non evitare le contraddizioni

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Eccomi qui, io l'uomo tutto d'un pezzo; l'uomo granitico, abituato al sì o al no deciso, certo, definitivo; ebbene, negli ultimi tempi mi ritrovo a sperimentare ogni sorta di contraddizione, simultaneamente!
Vedo le donne come oggetto di devozione e al tempo stesso le inseguo famelico. Aspiro alla solitudine e cerco in continuazione il rapporto, la relazione, gli amici. Mi piace il fluire della vita, lasciarmi andare allo scorrere di eventi, emozioni, sensazioni e, allo stesso tempo, sono terrorizzato dal futuro. Questa situazione mi fa sentire strano, eccentrico, stravagante, infatti tutte queste contraddizioni mi sembrano ugualmente reali e vere.
Rispetto a questo stato di cose devo comprendere o fare qualcosa?

Ogni volta che ti imbatti in una contraddizione, osserva con estrema attenzione: inevitabilmente nasconde qualcosa di estremo rilievo, di fondamentale. Non evitare mai le contraddizioni: la vita è contraddittoria! Esiste grazie alla tensione delle contraddizioni; pertanto, ogni volta che ti imbatti in una di esse, sei vicinissimo alla sorgente della vita: ricordalo sempre.
La reazione comune, quando ti imbatti in una contraddizione, è iniziare a risolverla, a trovarvi spiegazioni, oppure inizi a lasciarla decantare nell'inconscio per non dovertene preoccupare. Inizi subito a fare qualcosa, poiché ti è stato insegnato a vivere una vita priva di contraddizioni; ma ti è stata insegnata una cosa molto pericolosa, poiché nessuno può vivere senza contraddizioni.
Se vuoi vivere, devi vivere attraverso le contraddizioni, in quanto contraddizione vivente! Ti hanno insegnato a essere coerente, ed è per questo che sei diventato falso. L'inganno è tutto qui: come mai esiste tanta ipocrisia nel mondo? Perché? Come mai il mondo intero è diventato ipocrita? Esiste un inganno, un trucco incredibile legato a una tecnologia sofisticatissima: insegna alla gente a essere coerente, e diventeranno tutti degli ipocriti. Questo perché la vita esiste attraverso la contraddizione.
La vita è del tutto incoerente. Un momento è così, l'altro è cosà; la vita esiste in questo modo: un istante ti senti profondamente in amore, l'attimo dopo odii quella stessa persona. Così è la vita.
Ebbene, ti è stato detto che, se ami, devi amare in eterno. In realtà non puoi amare per sempre, dunque una sola cosa è possibile: quando odii, lo dovrai nascondere, dovrai reprimere l'odio e continuare a fingere di amare. Ecco l'ipocrisia: quando non ami, fingi.
Sei carico d'odio nei confronti di tua moglie, ma arrivi a casa e l'abbracci, la baci e le chiedi: «Come stai, tesoro?», ma in profondità la stai odiando e vorresti ucciderla. In realtà, per tutto il giorno hai fantasticato su come uccidere questa donna, ma ti hanno insegnato a essere coerente; quindi, una volta innamorato, poiché hai detto certe cose in quei momenti d'amore e hai fatto promesse del tipo: «Ti amerò in eterno», ebbene adesso devi essere coerente.
Che cosa farai dell'odio che inevitabilmente affiorerà? Ogni oggetto d'amore sarà anche oggetto d'odio, è inevitabile. Se non vuoi odiare, devi smettere di amare; se veramente non vuoi odiare nessuno, dovrai smettere di amare, ma non potrai mai amare coerentemente. L'incoerenza affiorerà continuamente.
Sarebbe come se qualcuno ti dicesse: «Se vedi il giorno, non vedere la notte. È incoerente». Ebbene, cosa farai? Di giorno terrai gli occhi aperti, la notte li terrai chiusi e crederai che sia giorno; la notte verrà comunque, non seguirà le tue opinioni. Deve venire: la notte segue il giorno, il giorno segue la notte. Ma a te è stato insegnato a essere coerente. Il tuo cosiddetto carattere non è altro che uno sforzo per essere coerente.
Un uomo reale non può avere alcun carattere. Un uomo reale sarà inevitabilmente privo di carattere, poiché avere un carattere significa avere coerenza, concretezza. Essere senza carattere significa essere liberi.
Ieri ho detto qualcosa. Ebbene, se ho un carattere, cercherò di essere coerente rispetto al mio passato e qualsiasi cosa abbia detto, oggi dovrò ripeterla; ma in questo caso dovrò limitarmi a reiterare il mio passato: non posso vivere nel momento e non posso vivere nel presente.
In realtà, un uomo coerente continua a mutare in futuro il suo passato, continua a imporsi il passato come proprio futuro, lo antepone a se stesso: questo è l'uomo di carattere, l'uomo coerente! Un uomo incoerente non permette mai al passato di diventare il proprio futuro, resta sempre libero e aperto rispetto al futuro, non ha promesse da mantenere, non ha impegni con il passato. Qualsiasi cosa sia stato, lo ha vissuto totalmente; e una volta passato, è passato.
Un uomo reale ti amerà e al tempo stesso ti odierà. E a volte dirà: «Ti amerò per sempre», altre volte ti dirà: «Non ti posso più amare, è impossibile». A volte sarà con te in una profonda luna di miele e a volte in un profondo divorzio, ed entrambe le cose si susseguiranno come il giorno e la notte. Un vero matrimonio è un continuo susseguirsi di luna di miele e di divorzio, luna di miele e divorzio. Minilune di miele, minidivorzi; grandi lune di miele, grandi divorzi. Si susseguono come il giorno e la notte.
Pertanto, ogni volta che ti imbatti in una contraddizione, sta' molto attento, osserva con profonda presenza consapevole: sei vicinissimo alla vita. Viceversa, quando sei coerente, sei solo falso, qualcosa di artificiale, non sei reale.
Io non insegno la coerenza. Insegno la libertà di essere incoerente, insegno la libertà di essere contraddittorio: questo è il mio intero approccio nei confronti della vita.
Ovviamente, hai paura a essere contraddittorio perché in quel caso non saprai chi sei. Con il carattere hai in mano qualcosa, qualcosa di estremamente sicuro: sai chi sei. Hai un'etichetta: sei un brav'uomo, sei un farabutto, sei un santo, sei un peccatore. Quando sei coerente puoi credere nella tua identità: sei un buon marito, un bravo cristiano, un devoto e via dicendo. Con l'incoerenza la tua identità scompare, non sai chi sei. Diventi qualcosa di aperto, non sei più chiuso, rinserrato: hai un futuro sconfinato. Non sai cosa farai tra un attimo, sarà solo l'attimo successivo a dirlo: vivere in quell'insicurezza richiede coraggio.
La ricerca del vero, il sannyas è ciò che io propongo: restare nell'insicurezza, non permettere al tuo passato di influenzare il tuo futuro, non permettere al tuo passato di proiettarsi sul futuro. Lascia che ciò che è morto seppellisca ciò che è morto! Il passato è passato, finito per sempre; non aggrappartici, e non permettergli di aggrapparsi a te.
Nel momento in cui qualcosa è passato, è passato. Siine completamente ripulito, torna libero e fresco; in questo caso sarai reale, autenticamente vero; allora ci saranno gioia, celebrazione e canto. Non sto dicendo che non sarai mai triste, lo sarai. L'uomo falso non è mai triste, perché non è mai felice. L'uomo falso si limita a restare semplicemente nel mezzo, mai felice, mai triste. È sempre così così, qualcosa di tiepido; non è mai troppo freddo né mai troppo caloroso, sta semplicemente bene: in qualche modo si arrabatta e si tiene insieme. Ha una vita comoda, ma non possiede una vita reale.
No, non sto dicendo che l'uomo reale sarà sempre felice; sto dicendo che sarà sempre reale. Quando è triste, lo sarà veramente: canterà un canto, la canzone della tristezza. L'accetterà come parte della vita, come parte della crescita; non la rifiuterà. Se si sentirà di piangere, piangerà; non dirà: «Cosa sto facendo? Questo non va bene. Solo le donne piangono, io sono un uomo». No, non lo dirà; al contrario, dirà: «Se i miei occhi vogliono piangere e le lacrime scorrere, benissimo. Io devo essere reale, io sono unicamente qualsiasi cosa sono», e piangerà. Le sue lacrime saranno vere.
I tuoi sorrisi sono falsi e false sono le tue lacrime. Ti atteggi al sorriso e lo stesso fai con le lacrime; in questo modo vivi una vita vuota. La vita dell'uomo reale sarà piena e ricca: a volte di felicità e a volte di tristezza.
E un giorno l'uomo reale si illumina, l'uomo irreale mai! E quando l'uomo reale si illumina, non c'è più alcuna gioia e alcuna tristezza; in quel caso il suo essere è solo un testimone. Giunge la gioia e lui la osserva; giunge la tristezza e lui la osserva.
Dunque, questi sono i tre passaggi.
L'uomo falso: la sua gioia è solo una rappresentazione, una maschera, e così è la sua tristezza. Egli finge.

L'uomo reale è il secondo stadio: è naturale, spontaneo; sia la sua gioia sia la sua tristezza sono vere. Puoi fidarti di lui: quando piange, tutto il suo cuore è nel pianto; quando sorride, tutto il suo cuore sta sorridendo.
E questo secondo stadio è un obbligo, per conseguire il terzo: quello dell'illuminazione. L'uomo illuminato non è triste né felice. Ha conseguito l'anima testimoniante: si limita semplicemente a osservare. Sa che è arrivata la tristezza, sa che è arrivata la felicità, ma questi sono semplici atmosfere che vengono e vanno, cambiano e lui resta sempre centrato.
L'uomo falso non potrà mai balzare nello stato dell'essere illuminato, per questo io insegno l'uomo reale; ma l'uomo reale non è la meta.
Ecco perché il mio lavoro va al di là dell'ideologia dell'Encounter o della Gestalt: queste si fermano all'uomo reale. Qualcosa di buono, meglio dell'irreale, ma non sufficiente. Qualcosa deve ancora accadere.
Io uso i gruppi di Encounter e di Gestalt, utilizzo tutte le terapie che sono nate in Occidente: sono processi ottimi, splendidi; ti portano dal primo stadio, dallo stato dell'essere falso a quello reale, autentico. Ma il mio lavoro và al di là di esse. D'altra parte, posso andare al di là solo se hai attraversato il secondo stadio: dal primo non c'è uscita, dal falso non c'è sbocco nell'illuminazione; solo dal reale vi si può accedere.
Dovrai attraversare l'estasi e l'agonia del reale. Allorché avrai vissuto in profondità tutte le realtà della vita, affiorerà il testimone. Affiora naturalmente, scaturisce dal tuo essere reale.

Dunque, tu dici: Eccomi qui, io l'uomo tutto d'un pezzo, l'uomo granitico, abituato al sì o al no deciso, certo, definitivo...

Non è il modo giusto di essere: così ti fissi su qualcosa, o questo o quello. Diventa più fluido, resta più fluido, poiché la vita non è qualcosa di solido: è un flusso, è fluida. Ed è ciò che ti sta accadendo e che ti confonde.
? ebbene, negli ultimi tempi mi ritrovo a sperimentare ogni sorta di contraddizione, simultaneamente!

Benissimo! Sei benedetto. Questa confusione è l'inizio di un viaggio incredibile, di un pellegrinaggio grandioso. Se ti spaventi, ricadrai in ciò che è falso.
Il falso è sicuro. Lascia che te lo ricordi ancora e di nuovo: il falso è comodo. Essere falsi è un ottimo modo per morire, ma questo non è un buon modo per vivere. Persino la tua morte sarà falsa: come potrà mai essere reale? Se non hai veramente vissuto, come potrai morire veramente?
Ecco perché molte persone muoiono, ma raramente accade una morte reale; solo quando muore un Buddha o un Lin Chi accade una morte reale: sono pochissime le morti reali, perché sono pochissime le persone reali. Tu ti limiti a fingere di vivere, e un giorno fingi di morire!

Ho sentito raccontare di un uomo che incontrò per strada un vecchio amico, un fanatico di Scienza Cristiana, che gli chiese: «Come sta tuo padre?».
Lui rispose: «È molto malato», e il fanatico di Scienza Cristiana, ovviamente, per essere coerente con la sua filosofia, commentò: «Non è malato, pensa solo di esserlo».
Questa è l'ideologia di Scienza Cristiana: tu non sei mai malato, pensi solo di esserlo, da qui il suo commento.
Otto giorni dopo, i due uomini si incontrarono di nuovo e il seguace di Scienza Cristiana tornò a chiedere: «Come sta tuo padre, adesso?».
L'altro esitò un po', poi disse: «Adesso pensa di essere morto»... solo per rispondere in modo coerente, rispetto all'ideologia dell'amico!

Il padre era morto, ma questa è una realtà... tu continui a vivere in un mondo di fantasia. La tua vita non è altro che il tuo pensiero, qualcosa di fasullo; e così è la tua morte. La tua malattia, la tua salute, la tua felicità, la tua tristezza sono tutte cose fasulle, come puoi morire una morte reale? Una morte reale ce la si deve guadagnare, ne devi diventare degno. E lo diventi solo se vivi veramente.
In questo momento sei vicino a un'immensa fonte di luce. Ecco perché senti ogni sorta di contraddizioni simultaneamente: è un segno che la tua rigidità si sta sciogliendo. Il tuo odio e il tuo amore non sono più categorie distinte, non sono più fissati in scatole separate, si fondono l'uno nell'altro. Ciò che è profondo e ciò che è triviale si stanno unendo, e tu sei confuso poiché non riesci più a etichettare i singoli elementi.

? mi ritrovo a sperimentare ogni sorta di contraddizione, simultaneamente!
Vedo le donne come oggetto di devozione e al tempo stesso le inseguo famelico.

È ciò che è successo nei secoli. L'uomo ha fatto due cose, rispetto alla donna: l'ha adorata come una dea o l'ha condannata in quanto strega; l'ha sfruttata per la propria lussuria o si è inchinato ai suoi piedi definendola «divina»: «La madre divina». E la donna è stata una prostituta o una madre divina, l'uomo non l'ha mai accettata come un semplice essere umano.
E la donna è umana, così come lo sei tu. Non è una madre divina e non è una prostituta, ma è così che funziona la mente. La mente fissa le cose in stereotipi, stabilisce delle categorie; ma in questo modo è stata uccisa la donna reale, poiché essa è entrambe le cose: la prostituta e la madre divina, e lo è simultaneamente. Se ti innamori di una prostituta, troverai la madre divina. Persino una prostituta si trasformerà in una madre divina, se ne sei innamorato: non riuscirai a scorgere la prostituta. E se ti innamori di una madre divina troverai anche la prostituta.
Voglio dire che la vita non è così piccola da poter essere inscatolata, non puoi dire: «Questa è una prostituta e questa è una madre divina». E quella è. la bellezza della vita, è la sua ricchezza.
L'uomo ha sempre fluttuato tra queste polarità: a volte definisce «divina» una donna; e anche questo è inumano, poiché porta a mettere la donna su un piedistallo, impedendole di essere umana.
Osserva, quando costringi una donna a essere una madre divina, cosa stai facendo? Non le permetti di essere umana. E la donna fingerà di essere divina per cui, se vorrai fare l'amore con lei, acconsentirà con riluttanza. Si negherà, pur volendo dire di sì; deve dire di no, vista la sua immagine divina.
Una donna virtuosa dev'essere morta. Persino facendo l'amore, se ne starà sdraiata come un cadavere. Il più piccolo movimento ti insospettirà: ti sei sbagliato, non è affatto virtuosa? Se inizia a godere nel fare l'amore, penserai che sia una donna di malaffare; solo donne simili godono nel fare l'amore. Le donne che hanno un onore non pensano affatto al sesso.
Osserva questo stratagemma: metti una donna su un piedistallo così alto da impedirle di essere umana. La rendi sovrumana: questo è un modo per renderla inumana.
Oppure la costringi a essere una prostituta: di nuovo, questo è un modo per renderla inferiore al genere umano, di nuovo la rendi inumana.

Ed ecco che vai da una prostituta, la paghi, fai l'amore con lei, senza alcun amore, senza mettere in gioco alcuna responsabilità. È semplice, si tratta di pura lussuria, tanto sai che questa è una donna di malaffare; come puoi amarla? La cosa non ti mette a disagio, ti tranquillizzi; puoi sfogare le tue brame con una donna simile, la puoi usare come un oggetto. È solo una prostituta, non è un essere umano; non ti metti in relazione con lei. Ti limiti ad andare con lei, fai le tue cose, paghi e tutto finisce lì. Il giorno dopo, sulla piazza del mercato, non la riconoscerai neppure.
In entrambi i modi - la dea e la prostituta - le donne sono state ridotte a essere inumane: entrambi questi stereotipi sono qualcosa di disgustoso. La donna è entrambe le cose: la madre divina e la prostituta. Così come tu sei entrambe le cose: Dio e l'animale. E lascia che lo ripeta: il profano è il sacro, il samsara è il nirvana.
La realtà è così complessa e così profonda che non può essere ridotta a categorie, non può essere chiusa in definizioni stagne. Nessuna donna è solo una prostituta e nessuna donna è solo una dea. E la stessa cosa vale per l'uomo. Nel momento in cui lo riconosci, sei libero dalle gabbie create dalla logica, dalle sue categorie, dai suoi stereotipi, e puoi vedere la realtà per ciò che è.
Una donna è un essere umano, come lo sei tu. Certo, a volte è una strega, così come tu a volte sei meschino; così come tu sei orribile e disgustoso, lo è anche lei. E a volte è estasi, pura estasi. A volte la donna è il fenomeno più bello che esiste sulla Terra, così come lo sei tu.
In India abbiamo la giusta rappresentazione, il simbolo di Kalì.
Di certo avrai visto l'immagine o la statua della dea Kalì. Questa è veramente un'incredibile comprensione di che cosa sia la donna. Kalì è dipinta di nero, come il demonio - Kalì significa «la nera» - eppure è la madre divina. Ed è la dea più bella: è nera, nera come il demonio, ma le sue fattezze sono divine. Il suo volto è magnifico e bello è il suo corpo, con proporzioni perfette... eppure è nera. Inoltre, danza sul petto del marito, praticamente uccidendolo. Suo marito è Shiva, e lei danza sul suo petto, praticamente uccidendolo, ma al tempo stesso amandolo. Kalì ama e uccide simultaneamente, riassume in sé tutte le contraddizioni.
La madre ti dà la vita, la donna ti dà la nascita e al tempo stesso, piano piano la donna ti uccide. Ti porta vicino alla morte: da qui l'attrazione e la paura. Tu sei attratto dal divino e hai paura del demonio.

Per questo dici: Vedo le donne come oggetto di devozione e al tempo stesso le inseguo famelico.

Entrambe le cose sono complementari: accettale. Così è la realtà. La donna è entrambe le cose, e così sei tu. E se accetti questa realtà contraddittoria, un giorno ne andrai oltre, la trascenderai.
Esiste anche un elemento trascendente, ma lo puoi comprendere solo quando passi attraverso le contraddizioni. Se le eviti, non conseguirai mai il trascendente. Passa attraverso la contraddizione e, con il tempo, diventerai solo un semplice testimone di entrambe le cose.
Come funziona questo processo? Opera in modo molto semplice. Se pensi di essere buono, sei identificato con la bontà. Se pensi di essere malvagio, sei identificato con il male. Se però permetti sia al bene sia al male di esistere insieme, non ti puoi identificare con nessuno dei due; resti disidentificato, e questo è il cambiamento fondamentale, radicale: resti disindentificato. Non riesci a stabilire chi sei, se sei il bene o il male, il giorno o la notte, la vita o la morte, il bello o il brutto. Non ti puoi identificare con nulla, per cui resti disidentificato.
Ciò che è buono viene e se ne va, e tu sai che non puoi essere il bene, poiché il male si approssima. E il male viene e se ne va, e tu sai che non puoi essere neppure il male, poiché ecco che si avvicina il bene. Dunque, tu non puoi essere né il bene né il male; ma allora chi sei? Sei un testimone. Un testimone che osserva ogni cosa che viene e se ne va, un testimone su una collina.

Aspiro alla solitudine e cerco in continuazione il rapporto, la relazione, gli amici.

È la stessa contraddizione, su un'infinità di livelli...

Mi piace il fluire della vita, lasciarmi andare allo scorrere di eventi, emozioni, sensazioni e, allo stesso tempo, sono terrorizzato dal futuro.

È la stessa contraddizione.

Questa situazione mi fa sentire strano, eccentrico, stravagante, infatti tutte queste contraddizioni mi sembrano ugualmente reali e vere.

Lo sono! E quando lo riconosci per la prima volta, quando intuisci che sono reali e vere, puoi solo sentirti così.
Ecco perché gli uomini dello Zen dicono: «All'inizio i fiumi sono fiumi e le montagne sono montagne, poi i fiumi non sono più fiumi e le montagne non sono più montagne - tutto è confuso, nebuloso, insolito; tutto è sottosopra, sconvolto - e poi un giorno le montagne sono di nuovo montagne e i fiumi sono di nuovo fiumi, tutto si acquieta», ovviamente su un piano superiore: sul piano trascendente.
Dovrai attraversare queste assurdità, queste bizzarrie. Per essere sani mentalmente si devono attraversare molte follie.

Rispetto a questo stato di cose devo comprendere o fare qualcosa?

Devi semplicemente comprendere, non devi fare nulla. Io non insegno il fare. Non si deve fare nulla: osserva semplicemente. Osserva sempre di più con estrema attenzione, osserva nei dettagli. Osserva le sfumature più sottili di qualsiasi cambiamento avvenga dentro dite. Osserva ogni cosa, senza pregiudizi, senza giudicare. E quell'osservazione ti integrerà, ti renderà sempre più consapevole.
E l'intero scopo della vita è tutto qui: creare sempre più intelligenza, creare più consapevolezza.

La vita e la morte ... di una trasmissione

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Qualche giorno fa è accaduto per la trasmissione di Antonella Clerici, ma era già avvenuto in altre circostanze. Ormai, la vita o la morte dipende dai numeri in televisione, e non è l'unico mezzo di comunicazione dove le cose funzionano così, quando una trasmissione non raggiunge un certo numero di consensi, un gradimento certificato, un certo numero di dati d'ascolto, un certo livello di contatti, numeri, tanto per intenderci, viene cancellata.
Evidentemente, questo è un trend che è già diventato una realtà del nostro tempo e della nostra vita. Perché? Perché tutto è basato sulle pubblicità, tutto è basato sui punti di contatto. E siccome è l'economia che muove le leve della vita, allora se una trasmissione, se una proposta non è supportata da un numero di ascolti e, comunque dati a sua conferma confortanti e consistenti, non trova una sua giustificazione e perde il significato (sopravvivenza) soprattutto dal punto di vista pubblicitario e quindi economico.
Che cosa significa questo? Significa che ognuno di noi, ogni cittadino, ogni utente, ogni persona che partecipa al mondo della comunicazione, deve guadagnare una consapevolezza, deve guadagnare una coscienza che la sua attenzione, la sua scelta su ciò che sente, su ciò che vede, è una scelta che peserà conseguentemente su quelle che saranno la vita o la morte di una trasmissione televisiva, di un'idea, di una proposta, di un suggerimento politico, di una qualsiasi cosa.

Qualcosa Di Più

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Qui è cominciato tutto.
Una lettura. Una voce amica. Una radio.
E la voglia di diffondere e condividere parole preziose.

Un grande grazie a Dj Margus.

Buona lettura!



Qualcosa di Più

Ogni rapporto che hai con un'altra persona riflette quello con te stesso.
(Alice DeVille)


Ralph Waldo Emerson era convinto che nessuno potesse considerarsi riuscito senza essere prima sopravvissuto al tradimento di una persona amata e fidata.

Non sono d'accordo. Penso che il successo autentico sia qualcosa di più, molto di più: significa sopravvivere al tradimento di qualcuno che hai disprezzato e tormentato. Tu stesso.

E come puoi farcela? Interrompendo quel comportamento ecco come, semplicemente interrompendolo. Oggi. Prega subito per avere il coraggio di imparare a trasformare il disprezzo in amore ogni giorno, attraverso le scelte dettate dal cuore.

Ormai hai capito che Qualcosa di Più non sono i soldi, non è la fama, non è una casa fotografata per Architectural Digest o una storia d'amore con una star del cinema.

Qualcosa di Più e il riposo dell'anima. Qualcosa di Più e la stima di sé.

Qualcosa di Più è la conoscenza di se stessi, la consapevolezza che la passione è santa e che vivere autenticamente significa soltanto essere fedeli alle proprie passioni.

E il solo modo che tu ed io possediamo per rimanere fedeli alle nostre passioni è quello di giurare di non tradire mai, mai più, noi stessi.

Perché Qualcosa di Più è la certezza che al mondo solo io posso tradire me stesso. Gli altri, quelli che amo e di cui ho fiducia, possono deludermi, e senz'altro lo faranno, mi trascureranno e mi feriranno perché sono esseri umani. lo li deluderò, li trascurerò e li ferirò perché sono un essere umano e gli esseri umani si deludono, si trascurano e si feriscono a vicenda, anche quelli che si amano con tutto il cuore.

Ma nessun altro al mondo può tradirmi.

Grazie al cielo. Non vorrei che fosse diversamente. E neanche tu.

Quando tradiamo noi stessi, le speranze cominciano a confondersi con i rimpianti: quando ci fermiamo, anche se sappiamo che dovremmo andare avanti, quando inciampiamo, ma non ci rialziamo, quando neghiamo ciò che amiamo e chi amiamo, quando lasciamo che gli altri scelgano al posto nostro.

Vivere Qualcosa di Più richiederà ogni giorno scelte coraggiose e la nostra capacità di scegliere è intrinsecamente legata all'autostima. Merito la felicità? Dannazione, certo che la merito. Sarò ancora infelice? No, se posso farne a meno.

Se puoi dirlo di te stesso, allora il processo di reincorporazione è ben avviato. Non devi più accettare il mondo com'è perché ora sei in grado di rìmodellarlo, di riscattarlo e di ricrearlo a tua immagine.

Ma per farlo devi renderti conto che hai trovato un lavoro che ti impegnerà per tutta la vita: dissotterrare i sogni nascosti perché solo l'archeologo dell'Io può decifrare il codice dell'anima che è scritto dai tuoi bisogni e dai tuoi desideri autentici. Ma prima di poterli assecondare devi sapere di cosa hai bisogno e cosa vuoi ottenere dalla vita.

I tuoi bisogni e i tuoi desideri autentici sono codificati in quei sogni, nei ricordi che sono la traccia delle aspirazioni più profonde. Mentre porti alla luce i frammenti di propositi di pace e di piacere che ti danno gioia, continua a tenere lontano la spazzatura dell'incredulità del mondo.

L'essenza di Qualcosa di Più è la consapevolezza che le scelte - da questo momento solo tue - devono essere prioritarie a tutto.

E se questo ti trasformerà nella persona più egocentrica del mondo, solo allora potrai interrompere la ricerca di Qualcosa di Più perché già lo possiedi.

Qualcosa di Più è prendersi cura, è comunione, è cameratismo, sono i legami e gli impegni. Qualcosa di Più è dare e ricevere amore incondizionato perché, alla fine della giornata o della vita, possiamo dire di possedere veramente noi stessi e l'amore.

E se amiamo noi stessi con sincerità, profondamente e con passione possediamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno.

Per tutto ciò che è santo, convinciti di non meritare meno di Qualcosa di Più.


Vorrei ringraziare di cuore Dj Margus di Radio Rock, per aver letto questo brano in radio qualche sera fa e soprattutto per avermelo mandato via e-mail, dopo che l'avevo contattato perché mi aiutasse a ritrovarlo.
Queste parole racchiudono tutto ciò che mi tormenta in questo periodo, o meglio, che mi assilla da una vita.
Avrei voluto mandarlo via e-mail a poche persone preziose. Che so ne avrebbero tratto giovamento.
Ma poi qualcosa mi ha fermato. Forse, mi sono detta, potrei risultare invadente.
Allora lo metto qui, dove possano abbeverarvisi i silenti e meno silenti viaggiatori del web che vogliano fermarsi da queste parti.
E le persone preziose di cui sopra, ovviamente. So che si riconosceranno.
Spero di aver fatto cosa gradita.


Rimuovi questo blocco!
Magari bastasse uno schiocco.
Danzino le dita
come questa assurda, fottuta vita!
Qualcosa scorre,
ma resti chiuso nella torre.
Pulsano i pensieri,
brividi che parlano di ieri.

Ti amo, ma non abbastanza.
Delle insicurezze, un'instancabile danza.
Tutto muore,
se nascondi il cuore,
eppure vibri
nascosta dietro ai libri.
Una casa, una famiglia,
rotolano gli occhi, come una biglia.
Di passione e d'amore voglio essere figlia!